Bellissima e pregiata questa stampa
ottocentesca originale raffigurante
Attendolo Sforza
misura cm. 9 x cm.
9,5
Leon Battista Alberti
(Genova, 18 febbraio 1404 – Roma, 20 aprile 1472) è stato un architetto, scrittore, matematico, umanista, crittografo, linguista, filosofo, musicista e archeologo italiano; fu una delle figure artistiche più
poliedriche del Rinascimento. Il suo primo
nome si trova spesso, soprattutto in testi stranieri, come
Leone.
Alberti, sepolto nella
basilica di Santa
Croce a Firenze, fa parte della seconda generazione di artisti
dell'Umanesimo, di cui fu una figura emblematica per il suo
interesse nelle più varie discipline.
Un suo costante interesse era
la ricerca delle regole, teoriche o pratiche, in grado di guidare
il lavoro degli artisti. Nelle sue opere menzionò alcuni canoni, ad
esempio: nel De statua espose le
proporzioni del corpo umano, nel De pictura fornì la prima definizione della
prospettiva scientifica e infine nel
De re
aedificatoria (opera terminata nel 1450) descrisse tutta la casistica relativa
all'architettura moderna, sottolineando l'importanza del progetto e
le diverse tipologie di edifici a seconda della loro
funzione.
L'aspetto innovativo delle sue
proposte consisteva nel mescolare l'antico ed il moderno esaltando
così la prassi degli antichi e quella moderna inaugurata da
Brunelleschi. Inoltre,
secondo Leon Battista Alberti: «...l'artista in questo contesto
sociale non deve essere un semplice artigiano, ma un intellettuale
preparato in tutte le discipline ed in tutti i campi». Una
concezione figlia dell'enciclopedismo medievale degli uomini dotti,
ma aggiornata all'avanguardia umanista. La classe sociale a cui Alberti faceva
riferimento è comunque un'aristocrazia e alta "borghesia"
illuminata fiorentina. Egli lavorò al servizio dei committenti più
importanti dell'epoca: il papato, gli Este a Ferrara, i Gonzaga a Mantova, i Malatesta a Rimini.
Come architetto Alberti viene
considerato, accanto a Brunelleschi, il fondatore dell'architettura
rinascimentale. La differenza essenziale tra i due si colloca
soprattutto sul piano geometrico: dove Brunelleschi ideava sempre
spazi tridimensionali, Alberti organizzava geometricamente le
superfici bidimensionali. Un punto in comune è invece la
valorizzazione della tradizione locale, attingendo nella storia del
singolo edificio e razionalizzando gli elementi preesistenti, in
modo da ottenere qualcosa di estremamente moderno ma radicato nello
specifico.